È una flogosi che interessa il margine palpebrale al livello dell’impianto delle ciglia, ha un’eziologia estremamente varia e può essere ricondotta a cause di ordine generale (soggetti linfatici, urici e anemici), di ordine locale come infiammazioni della congiuntiva o delle ghiandole lacrimali. È una problematica frequentemente associata all'astigmatismo, altrettanto importanti sono le condizioni ambientali come il caldo, il freddo, il vento e il fumo. Nell'infanzia le cause più frequenti sono la carenza di igiene, le infezioni stafilococciche e le allergie. È stato osservato che è una patologia che si presenta nell’80% dei pazienti affetti da occhio secco. È una problematica molto frequente che tende a cronicizzare e a dare recidive. Ne sono riscontrabili 4 diverse forme riconducibili anche agli stati evolutivi dello stesso processo:
- Forma iperemica: i bordi delle palpebre sono gonfi e arrossati e gli occhi si presentano cerchiati di rosso;
- Forma seborroica o meibomiana;
- Forma squamosa: è caratterizzata da formazione di pellicole sottili nella zona di impianto delle ciglia che diventano facilmente asportabili;
- Forma ulcerativa: la causa va ricercata in un’infezione batterica, il principale responsabile è lo stafilococco, l’infezione può originare nel periodo infantile e se non adeguatamente trattata proseguire nell’età adulta;
Il decorso di questa problematica è spesso cronico e si traduce, talora, in un ispessimento del bordo palpebrale associato ad irregolare disposizione delle ciglia fino alla loro completa caduta.
La maggior parte delle blefariti esordisce con sintomi piuttosto generici, quali arrossamento oculare e palpebrale, gonfiore alle palpebre, offuscamento della visione, prurito e sensazione di avere della sabbia nell'occhio. Tuttavia, alcune blefariti si manifestano in modo più evidente e riconoscibile. In questi casi, il quadro clinico del paziente può essere completato da:
La maggior parte delle blefariti esordisce con sintomi piuttosto generici, quali arrossamento oculare e palpebrale, gonfiore alle palpebre, offuscamento della visione, prurito e sensazione di avere della sabbia nell'occhio. Tuttavia, alcune blefariti si manifestano in modo più evidente e riconoscibile. In questi casi, il quadro clinico del paziente può essere completato da:
- Alterazione della cromia delle palpebre: in alcuni pazienti colpiti da blefarite allergica si osserva un imbrunimento della naturale colorazione cutanea palpebrale. Per questo motivo, si parla di "occhio nero allergico" per indicare una blefarite dipendente da allergie
- Cisti lungo il margine delle palpebre
- Desquamazione cutanea sulle palpebre
- Detriti nel film lacrimale
- Formazione di crosticine lungo il margine palpebrale
- Fotofobia (intolleranza alla luce)
- Secrezione lacrimale tipicamente schiumosa
- Secrezioni oculari gialle-verdastre associate ad un "incollamento" delle palpebre: tipico segno della blefarite infettiva
La natura cronica della blefarite, l'eziologia incerta, e la frequente coesistenza di malattie della superficie oculare rendono la blefarite una condizione difficile da gestire. Il trattamento delle blefariti consiste in impacchi caldi, pulizia delle palpebre con detergenti specifici ed acqua o con garze medicate sterili, monouso, imbibite di principi attivi ad azione antinfiammatoria ed emolliente, applicazione di colliri o pomate antibiotiche (eritrocina o bacitracina). Tuttavia la difficoltà della somministrazione rende la terapia convenzionale con colliri non efficace in una elevata percentuale di casi.